L’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi incontra La Batteria alla Casa del Jazz di Roma. Un evento unico in cui le due formazioni si uniscono mescolando i loro repertori e rileggendoli insieme.
Una doppia orchestra con due batterie, due bassi, due chitarre, piano, sintetizzatori e fiati, con i preziosi arrangiamenti di Massimo Nunzi e dei Lone Arrangers. Suoni vintage e cinematici, modulati in chiave jazz.
ORCHESTRA OPERAIA
L’Orchestra Operaia è un’orchestra coraggiosa che nasce e cresce in tempi di crisi, che unisce grandi professionisti e giovani talenti e realizza una reale trasformazione delle musiche e una loro rilettura, spesso sorprendente. Si sa, vivere d’arte in Italia non è mai stato semplice. Se poi si aggiungono le difficoltà economiche del momento, diventa quasi impossibile. Questa situazione il compositore e trombettista Massimo Nunzi la conosce bene, considerati i quasi trent’anni di esperienza come arrangiatore e direttore d’orchestra. Per reagire a un momento di crisi senza precedenti, che ha ristretto ulteriormente gli spazi espressivi anche nel settore musicale, l’artista ha deciso di unire le forze in campo e di formare l’Orchestra Operaia: un ensemble di giovani musicisti provenienti da Roma e dintorni. Ragazzi che hanno studiato il proprio strumento e hanno maturato esperienze con artisti di prestigio, ma che per colpa della congiuntura sfavorevole fanno sempre più fatica a trovare spazi e situazioni per esibirsi.
Nel formare l’Orchestra Operaia, il musicista si è ispirato alle ensemble che nacquero nel 1929 negli Stati Uniti in reazione alla “grande crisi” che mise in ginocchio l’economica mondiale. Convinto che la ripresa e il riscatto passino attraverso la cooperazione, ha cominciato a mettere insieme un gruppo eterogeneo di suonatori: chitarristi, batteristi, trombettisti. Artisti con diverse attitudini e specialità.
Massimo Nunzi – direzione e arrangiamenti
Marta Colombo – voce
Mario Caporilli, Fabio Gelli – trombe
Stan Adams, Pierluigi Bastioli – tromboni
Claudio Giusti, Alex Tomei, Carlo Conti, Duilio Ingrosso – sassofoni
Alessandro Gwiss – tastiere
Manlio Maresca – chitarra
Lorenzo Feliciati – basso elettrico
Pier Paolo Ferroni – batteria
Claudio Toldonato, Marco Vismara, Alberto Buffolano, Damiano La Rocca – The Lone Arrangers
LA BATTERIA
Uniti dal comune amore per le colonne sonore e le sonorizzazioni italiane degli anni ’60 e ’70, i quattro componenti de La Batteria sono veterani della scena musicale romana più trasversale, con esperienze che vanno dal post-rock progressivo (Fonderia), al pop (Otto Ohm, Angela Baraldi), al jazz sperimentale (I.H.C.), al hip hop (La Comitiva, Colle Der Fomento) fino alla world music (Orchestra di Piazza Vittorio).
La band propone brani originali ispirati a quel suono e a quella scrittura così particolare che dominava la musica per immagini nel nostro paese negli anni che vanno dal 1968 al 1980, periodo caratterizzato dalla creatività e vocazione sperimentale di compositori come Ennio Morricone, Stelvio Cipriani, Alessandro Alessandroni, Bruno Nicolai e di gruppi come i Goblin e I Marc 4.
Registrato utilizzando tutti strumenti vintage, il primo album omonimo de La Batteria non è però una mera operazione di revival di un’epoca d’oro, ma piuttosto il tentativo riuscito di riappropriarsi di uno stile e di un suono del passato per proiettarlo nella contemporaneità. Così fra le pieghe del loro prog-funk cinematico si possono ritrovare anche influenze che spaziano dal afrobeat, al hip hop, alla musica elettronica e al rock alternativo degli anni 80 e 90, tutte filtrate però attraverso una sensibilità ed un modo di scrivere e di suonare tipicamente italiani.
Un disco concepito a Roma in quegli stessi ambienti in cui si producevano quelle colonne sonore e quei dischi di sonorizzazioni che oggi vengono ristampati ed apprezzati in ogni angolo del globo, nato proprio come album di library per conto dell’editore Romano Di Bari e la sua Flipper Music (casa di etichette culto come Deneb e Octopus) e masterizzato negli storici studi Telecinesound di Maurizio Majorana, bassista de I Marc 4. Una continuità quindi non solo sonora con quel mondo, esempio di un’Italia che riusciva a bilanciare arte e artigianato senza dimenticare il fattore commerciale, provinciale per molti versi eppure più libera di osare e di mescolare le carte in tavola per creare qualcosa di nuovo e diverso.
Anche a livello grafico l’album de La Batteria gioca con gli stessi elementi e lo stesso corto circuito fra presente e passato, grazie al logo molto cinematografico disegnato per la band da Luca Barcellona (aka Lord Bean) e alla cover realizzata da Emiliano Cataldo (aka Stand) ispirandosi a quelle dei vecchi album di sonorizzazioni italiane.
Emanuele Bultrini – chitarra
Stefano Vicarelli – tastiere
Paolo Pecorelli – basso
David Nerattini – batteria
Ingresso euro 10
Info: http://www.casajazz.it/